di Emanuele Costa

Negli ultimi giorni si è fatto un gran parlare di Miralem Pjanic come possibile acquisto della Juventus, che si confermerebbe dunque come asso pigliatutto del calciomercato italiano, sottraendo ai rivali giallorossi quello che, insieme a Gonzalo Higuain, è probabilmente il giocatore più forte della Serie A a non essere tesserato dai bianconeri.

Sull’affare sono state scritte molte pagine, sia a livello di smentita che di spiegazione finanziaria del perché l’acquisto sia possibile ma non semplice; nell’articolo di oggi, invece, ci limiteremo a discorsi tattici e statistici sul possibile inserimento di Pjanic nel centrocampo della Juventus.

Fino all’anno scorso, infatti, per i bianconeri si poteva parlare di un meraviglioso centrocampo, quello dei Fab Four, formati da Pirlo, Marchisio, Pogba e Vidal. Nel corso del calciomercato, il primo e l’ultimo hanno lasciato Torino, mentre l’innesto di Khedira e la trasformazione del gioco della Vecchia Signora (con l’aumento dell’importanza specifica delle fasce) hanno ammortizzato il cambiamento, risultando in una squadra – se possibile – ancor più temibile.  Bisogna ammettere, però, che il centrocampo è divenuto adesso il reparto più debole della squadra bianconera (e questo la dice lunga sullo straordinario valore della difesa e dell’attacco bianconeri), e non è un caso se Marotta e Paratici stanno scrutinando prospetti di top player soprattutto per la mediana.

Venendo a Pjanic, come si inserirebbe nella macchina bianconera? Il bosniaco è un fuoriclasse, capace di dare un apporto importante da entrambi i lati del campo: il suo contributo difensivo, ad esempio, è estremamente più alto di quello di – diciamo – Khedira. Pjanic, infatti, recupera 3,2 palloni per gara (sommando intercettazioni e tackles), mentre il tedesco si ferma a 1,8. L’uomo difensivo della Juventus, quindi, è Marchisio, che infatti accumula un totale di palloni recuperati pari a 4,9; nella Roma, Pjanic si divide il ruolo con Nainggolan, che arriva a 3,4.

Ma è in cabina di regia che Pjanic può dare quel qualcosa che alla Juve del quinto scudetto manca, e manca da quando Pirlo ha attraversato l’Atlantico: certo, Allegri ci ha messo del suo per non far sentire eccessivamente la mancanza di un regista vero e proprio, ma basta guardare ai numeri. Pogba tiene una media di 48 passaggi a partita, con un’accuratezza del 82,3%; Marchisio (in posizione più arretrata rispetto al francese) 60 passaggi a partita, con una percentuale dell’87%; Khedira si ferma addirittura a 37, con un’accuratezza vicina all’83%. Anche il numero di passaggi chiave (ovvero quelli in grado di creare un’occasione da goal) rispecchia questa graduatoria: 1,6 per Pogba; 1 per Marchisio; 0,7 per Khedira. E Pjanic? Il bosniaco ha una media di 62,5 passaggi a partita (più di Marchisio, quello con la cifra più alta in casa Juve), con un’accuratezza dell’85% (tipicamente dovuta alla posizione più avanzata) e addirittura 2,4 passaggi chiave per gara.

Sembra dunque possibile un Pjanic alla Pirlo? Nel suo ultimo anno in bianconero, i numeri di Andrea Pirlo erano molto simili, anche se ancora più eclatanti: 72,7 passaggi a partita (di cui 2,2 passaggi chiave) e una accuratezza sopra l’89%. Pogba giocava lievissimamente meno palloni (46 a partita), Marchisio lievissimamente in più (61), Vidal 49: certo, tra Khedira e Vidal c’è una bella differenza, ma sembra chiaro che nella Juventus di oggi, in cui Dybala scende a prendersi il pallone un po’ alla Tevez (Carlitos smistava 40 passaggi a partita, la Joya si ferma a 30) Pjanic potrebbe ritagliarsi uno spazio importante, portando la Juventus ad essere in modo stabile tra le prime 5 d’Europa. Se poi partisse Pogba, certo, il tutto si dovrebbe ricalibrare, anche e soprattutto in funzione di un altro innesto.